22 nov 2007

Sono Jay Parkinson, il Dottor 2.0

Jay Parkinson e la medicina 2.0Jay Parkinson è un dottore di Brooklyn (New York). Si può dire che è un dottore che pratica una medicina 2.0 e, come ogni novità dell'effervescente panorama dell'hi-tech, ha già raggiunto la ribalta mediatica negli Usa. La novità sta nel fatto che Parkinson non ha uno studio e le sue visite si svolgono tra il suo blog, la video chat con il suo Apple Powerbook, l'upload di foto di radiografie o di altri orrori clinici sul suo iPhone e, naturalmente, tramite i servizi di instant messaging. Come dice Yahoo! News Parkinson è il dottore che ha portato la medicina da ER ad IM.


L'articolo confeziona lo scoop accompagnandolo ad un interessante ed esplicativo video. Da Wired e dal blog Appunti Digitali qualche dettaglio tecnico in più:

Il vero cuore di tutta l’organizzazione lavorativa è Life Record, una tecnologia che si compone di software da installare localmente e alcuni servizi web. Le cartelle cliniche vengono memorizzate e gestite principalmente dal laptop, e possono comprendere ad esempio referti medici, lastre e filmati di ecografie. Tutte le informazioni dei pazienti vengono salvate in un servizio online [...] che previa autenticazione, permette di consultare tutti i quadri clinici dei pazienti via web ovunque, anche tramite iPhone. Il seguente è un video dimostrativo proprio su un iPhone.




Da notare che l'utenza del simpatico Dr.Jay resta ancorata al suo vicinato ed esclude pazienti al di fuori della fascia tra i 18 e i 39 anni. In effetti data la vicinanza Parkinson può promettere anche le ben più rassicuranti e tradizionali visite a domicilio o sul luogo di lavoro dei pazienti. Le sue tariffe sono definite con trasparenza: 500 dollari all'anno (che si abbia o meno l'assicurazione) per far parte del suo network e per poter usufruire di infinite e-visite in qualsiasi momento del normale orario d'ufficio. La quota comprende una prima visita completa (le visite sono sempre a domicilio o sul luogo di lavoro) ed altre due visite addizionali. Ogni visita extra si paga a parte. In una pagina del suo sito mostra anche una comparazione tra i suoi prezzi e quelli che mediamente propongono gli altri medici a New York.

Jay Parkinson e la medicina 2.0Il dottore 2.0 dichiara di aver preferito questo approccio per far guadagnare tempo e denaro ai pazienti. Sicuramente risparmia anche lui visto che evita di pagare un affitto e un assistente. Pare che Jay Parkinson abbia risparmiato anche sulla realizzazione del suo sito web (www.jayparkinsonmd.com) facendoselo da solo. Il trentunenne in camice bianco è uscito dall'Università con 300.000 dollari di debito scolastico (e non sono certo i debiti formativi nostrani) e pare stia facendo di tutto per non passare i suoi prossimi 30 anni a pagare tale mutuo. Il dottorino ha anche l'hobby della fotografia come dimostra il suo account su Flickr. Già si parla di contatti per la realizzazione di un reality show ispirato al personaggio. A quando un Parkinson che si aggira per Second Life? Restano tutte da dimostrare le capacità mediche e la professionalità di questo dottore che (volente o nolente) si è presentato alle masse americane come un personaggio: è una specie di Dr. House del Web o un novello ciarlatano che ricorda quei venditori di pozioni miracolose del vecchio Far West americano? Certo per via di Internet siamo in un'epoca di frontiera. Ma se è vero che le innovazioni attuali pongono seri interrogativi sul credito e sulla fiducia da accordare agli individui che si incontrano in rete è anche vero che ogni giorno spunta un'idea interessante.

Bisognerebbe cominciare a riflettere anche in Italia sulla possibile conformazione di questi futuri social network dedicati alla medicina che potrebbero trasformare il ruolo dei medici di famiglia. Anzitutto costruzione di reti di specialisti conosciuti, laboratori di analisi o radiografici convenzionati che praticano sconti ed altri aspetti che si aggiungono alle tradizionali competenze mediche. Ci sono poi aspetti da considerare riguardo alla privacy delle comunicazioni online. Il dottor Parkinson ad esempio ha puntato sul totale anonimato delle conversazioni: ogni paziente decide un nome utente a piacere e le questioni di carattere privato sono relegate alla visita faccia a faccia. Insomma le questioni su cui discutere sarebbero tante ma il dottore 2.0 ha sicuramente solleticato una domanda: se la sanità pubblica ti proponesse un servizio simile in Italia non saresti seriamente interessato alla cosa?

6 commenti:

  1. conosco un veterinario che fa lo stesso, usa il web 2.0 sui suoi pazienti a 4 zampe.

    www.zoo-vet.it

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  2. madò..e le diagnosi gravi le fa anche per videotelefonata?
    Che squallore..
    Comunque in america bisognava aspettarselo..
    Ripoterò la notizia citandoti..

    Ps: te lo scrivo in sordina, se per caso sei favorevole ad uno scambio link fammi sapere, il tuo blog è molto interessante e in ogni caso tornerò volentieri a leggerlo...

    A presto

    Snapshot83

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  3. Anonimo1.12.07

    Grazie Snapshot83 anche il tuo blog è interessante. Ti ho aggiunto nella sezione links

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  4. Questo dottore ha trovato la cura per il successo, questo è poco ma sicuro, quello che sarebbe curioso capire è quanto prende di parcella per non tastare nemmeno il malato e se sia in grado di valutare effettivamente il caso..ma questo non dovrebbe riguardarci in fondo!

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  5. Credo che questa frontiera non debba suscitare troppo scalpore. Anche se in effetti continuo a domandarmi come sia possibile sostituire la relazione faccia-a-faccia in situazioni mediche o psicologiche. Forse è un retaggio romantico di una cultura da "migranti digitali"....

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  6. Ok che da un tot la tecnologia permette di effettuare alcune diagnosi online, ma se il paziente non ha l'hardware adatto come fa a farsi auscultare il cuore o misurare la pressione?
    L'unico vantaggio ad avere questa tipologia di medico è che si evitano le noiose code in studio.
    Byez

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