20 ott 2008

Gracenote sa cosa c'è nei tuoi mp3

I creatori di Gracenote per il riconoscimento mp3Hai un file musicale mp3 e ti manca il titolo. Che fai? Già da qualche anno basta far girare l'mp3 oppure il CD nel player ed il componente di Gracenote ti dirà chi è l'artista, il titolo dell'album, il titolo del brano, la copertina dell'album, il compositore e molte altre informazioni, anche quando apparentemente manca qualsiasi appiglio.
Gracenote è un componente software ma è anche l'ennesima parabola targata new economy: come passare dall'open source al closed source nel giro di pochi anni. Non appena si comincia a sentire odore di business naturalmente. In questo caso si parla dei 260 milioni di dollari che la Sony ha speso nell'aprile 2008 per rilevare la Gracenote il brand proprietario di quel magico pezzo di software che permette al tuo player mp3 preferito (tipo Winamp o iTunes o iPod) di riconoscere file musicali.



In pratica un client software elabora una chiave identificativa (quasi) totalmente unica per ogni brano mp3 o CD, la confronta con il database e in caso di match restituisce le informazioni del caso. La vera magia di Gracenote risulta evidente soprattutto quando manca qualsiasi informazione e viene usata come chiave identificativa l'impronta del waveform audio: in questo caso lo spettro sonoro del file mp3 viene passato ai raggi X ed avviene un vero e proprio riconoscimento acustico. Il meccanismo è semplice ma geniale. Ben più complesse le dinamiche commerciali e tecnologiche che si accompagnano al sistema.



Ma prima un pò di storia per capire meglio cos'è Gracenote. Quest'anno la company ha celebrato il suo decimo anniversario. Curiosamente, sono gli stessi fondatori di Gracenote ad attribuire ad Andy Hertzfeld (uno dei membri del primissimo design team di Macintosh) la paternità dell'idea di un sistema di riconoscimento automatico della musica. Con una piccola azienda ormai defunta, Andy Hertzfeld sviluppò un macchinario in grado di identificare un album musicale su CD. Ma l'apparecchio non si collegava ad un database in rete.


Sarà il web a far fare il salto di qualità. Entra in scena Ti Kan, uno sviluppatore di applicazioni per CD player, che lancia l'idea di collegare la sua applicazione (Xmcd) con la tecnologia dei metadata su CD e con un servizio web based. Ti Kan rende il suo lavoro open source e aperto sia alle connessioni esterne che ai contributi degli utenti. Dalle sottomissioni via mail automatizzate di Xmcd agli aggiornamenti in tempo reale dei server CDDB (Compact Disc DataBase) progettati da Steve Scherf il passo è breve. Una buona fetta dei dati venivano raccolti anche dai database delle etichette discografiche o di altre entità. Siamo così a dieci anni fa, la pionieristica epoca di CDDB.org, alla vigilia del ciclone Napster. "Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd fu il primo album caricato.


L'ultima apparizione del logo CDDB prima di GracenoteNell'arco di poco più di un decennio migliaia di appassionati di musica e di attivisti dell'open-source sparsi per il mondo hanno silenziosamente dato il loro contributo alla causa della catalogazione di tutta la storia della musica. Una bella favola freeware finita nel marzo 2001: CDDB ormai diventato Gracenote taglia tutti gli accessi senza licenza al database. Il cambio di rotta fa nascere uno spin-off: il progetto Freedb, che è intenzionato a rimanere gratis e libero. All'epoca del salto da CDDB.org alla company Gracenote si disse che in realtà il vecchio database era rimasto pubblico. Resta il fatto che Gracenote (l'azienda) è riuscita a monetizzare il lavoro di volontari non pagati accumulando la quantità di dati necessaria per dare propulsione ad un progetto più maturo ed organizzato.


Nel settembre del 2000 compare il marchio GracenoteIn una intervista a Wired, Steve Scherf, uno dei cofondatori di CDDB, offre il suo punto di vista sulla vicenda di Gracenote. Il cambio di rotta avvenne quando si diffuse la notizia che Microsoft stava sviluppando un player basato su un sistema di riconoscimento CD. A detta di Scherf, Microsoft non si preoccupò nemmeno di entrare in contatto con CDDB (troppo opensourceggianti e dilettanteschi?) e commissionò a terze parti lo sviluppo di un sistema di riconoscimento. Questo fatto e le richieste commerciali sempre più pressanti per nuovi sviluppi, deve aver spinto i fondatori alla inevitabile conclusione: farsi pagare per lavorarci (cercando di non snaturare la direzione originaria). Scherf difende la sua scelta anche argomentando che il focus di un lavoro così dedicato non si può avere dalla somma degli sforzi di una community. Certo con Gracenote il sistema identificativo acustico ha fatto un salto di qualità notevole per quanto riguarda l'accuratezza del match ma senza il lavoro dietro CDDB non si sarebbe mai potuto esprimere il potenziale e la pubblica utilità del meccanismo.


Logo SonyDopo l'acquisizione da parte della Sony salta fuori un aspetto ben più importante del gonfiore dei portafogli dei fondatori di CDDB e di Gracenote. Apple iTunes, iPod, Winamp, i player portatili e l'hardware incluso in certi modelli di automobili... sono tutti pezzi di un universo tecnologico e culturale che ruota intorno alla musica digitale (sempre più mp3 scaricati legalmente o meno) e che si appoggia quasi sempre sulle informazioni provenienti da Gracenote. Insomma Gracenote sta alla musica digitale come Google sta al web planetario... ma meno vistosamente. Di fatto oggi una delle quattro major del disco ha le mani sul più grande database musicale del mondo. L’idea di vedere questi dati (che saranno sempre più importanti in futuro) venir fuori da server di proprietà della Sony non promette bene per le concorrenti. E per concorrenti non parliamo certo delle altre major (con le quali ci saranno certamente accordi...) quanto piuttosto delle etichette indipendenti.



Proprio ora che grazie al web si comincia ad intravedere qualcosa di molto interessante per la diffusione della musica indipendente e della libera espressione della creatività attraverso la musica. Le nuove fette di audience giovanile che si aggregano principalmente grazie al web sono germi attivi e vitali che si contrappongono allo strapotere delle major musicali e di quel blocco di corporations che sponsorizzano, controllano e omologano la musica destinata alle grandi masse. In questo Gracenote (insieme a Freedb ovviamente) può ancora svolgere un ruolo edificante e fare qualcosa di buono (e di free) per l'umanità così come all'epoca di CDDB.org. Per dirne una, "The Indie Band Survival Guide", un simpatico blog che fornisce a piccole band amatoriali consigli per la sopravvivenza, spiega come fare a sottomettere a Gracenote informazioni relative alla propria band. Ci sono anche player che dialogano con FreeDB. Se suoni e sei in una band, speriamo che valga la pena conservare il waveform delle tue cose.


Tra i tanti progetti che oggi sta sviluppando Gracenote (controllo tramite comandi vocali, riconoscimento video, ecc ecc) è interessante lo spostamento sempre più interessato verso la ricerca di nuovi sistemi di gestione intelligente del dialogo tra il consumatore e l'informazione disponibile ovvero raccomandazioni musicali e playlist sempre più vicine ai gusti dell'utente. Insomma con Gracenote, l'industria musicale continua a fare di tutto per arrivare in qualche modo a tirare fuori soldi da quei miliardi di mp3 scaricati (legalmente o illegalmente) o rippati dalla gente.