11 feb 2009

Google Maps, il Prado e la festa del gigapixel

Google Maps, il Prado ed il gigapixelLe mappe e gli itinerari targati Google promettono di rivoluzionare il turismo culturale. Tramite Google Maps e Google Earth è possibile osservare da vicinissimo, praticamente al microscopio, 14 capolavori ospitati dal Museo del Prado di Madrid. Non mappe stradali o percorsi geoweb ma vere e proprie navigazioni all'interno dei dipinti grazie al gigapixel ed al zoom-in digitale.
Il cortocircuito geografia/arte ha folgorato per prima Clara Rivera, una dipendente di Google Spagna. La sua visione: catturare e rendere realmente visibili dettagli come le lacrime che scorrono sui visi ne "La discesa dalla Croce" di Van der Weyden o la piccola ape posata su un fiore ne "Le tre Grazie" di Rubens. Dettagli normalmente non disponibili allo sguardo di un occhio umano. Il team spagnolo di Google ha dunque il merito di aver costruito questa collaborazione tra Big G, l'azienda spagnola Madpixel (specialisti nel campo dello scatto e assemblaggio di fotografia ad alta definizione) ed il Museo del Prado. "Un'immagine non sostituisce l'esperienza di un'opera in diretta", avverte il direttore del museo Miguel Zugaza. Ma aggiunge: "Non c'è modo migliore per rendere tributo ai grandi maestri che universalizzare la loro arte e renderla accessibile al maggior numero possibile di persone".





Certo manca la visione di insieme sul quadro, quel quid impalpabile che è il punto di vista umano fisicamente di fronte all'opera. Da sempre gli artisti realizzano le loro opere pensando a quel punto di vista, non certo all'occhio elettronico. Eppure solo grazie al microscopio digitale ci rendiamo conto di dettagli minuti che pure esistono e che solo un occhio attentissimo, avendo a disposizione ore e ore nonchè la migliore mobilità possibile rispetto alla tela, può cogliere. In Google Maps, prova a osservare "Il Giardino delle delizie" di Bosch ad esempio. Una libera navigazione di tipo digitale, oltre a sopperire agli inevitabili vuoti della fruizione "dal vivo", potrebbe dare una spintarella decisiva a quelle persone vagamente interessate all'arte che hanno però poco tempo per viaggiare, documentarsi, esplorare. A tal proposito immagina cosa può significare la digitalizzazione della volta della Cappella Sistina affrescata da Michelangelo. Certo la visione dal vivo di quell'ambiente è uno spettacolo che toglie il fiato, ma gli affreschi in alto? Chi li ha mai visti da vicino? Il megapixel dunque come succulenta anticipazione: un supporto visivo che può stimolare l'approfondimento, un complemento per godere più consapevolmente dell'arte... a patto, s'intende, di coronare l'esperienza con una visita reale.



Ma il lavoro da svolgere per rendere realtà questo sogno si preannuncia monumentale. Solo per scattare (di notte ovviamente) le 8.200 fotografie ad altissima risoluzione necessarie alla riproduzione dei 14 quadri del Prado ci sono voluti 3 mesi di lavoro. L'idea di fotografare ad altissima risoluzione parte da lontano (ad esempio in Italia con Haltadefinizione della Hal9000 di Novara e Xlimage) ed è legata all'esigenza di verificare in modo scientifico la qualità dei restauri. Grazie agli scatti ad altissima risoluzione ed al loro assemblaggio in un renderer 3d viene composto una sorta di puzzle digitale che consente di rendere fruibile una risoluzione di circa 14.000 megapixel. La fabbrica del gigapixel, l'azienda spagnola Madpixel, ha impiegato poi altri mesi di lavoro per mettere a punto l'assemblaggio e perfezionare ulteriormente il viewer Flash/XML utilizzato in Google Maps.



Madrid ha battuto sul tempo tante altre capitali del mondo offrendo lo sguardo a 14 gigapixel sui suoi tesori. A oggi non è dato sapere se l'apertura di questo scrigno porterà reali vantaggi economici a Google, ma intanto Big G ha cominciato a piazzare la sua bandierina. Non dimentichiamo che il terreno della geolocalizzazione e del geoweb è attualmente uno dei più animati nell'ambito della corsa tecnologica. Speriamo ora che si realizzino le precondizioni per trasformare questa idea in qualcosa di economicamente sostenibile così da far crescere progetti come questo. Sarebbe già una conquista eccezionale vedere online i quasi mille gioielli ospitati dal Prado che custodisce le collezioni di Rubens, Rembrandt, Dürer, Goya, Velàzquez, Raffaello, Tiziano... All'umanità intera non resta dunque che augurare sviluppi futuri a questo pionieristico progetto.

1 commento:

  1. sicuramnte le future apllicazioni possibili per googlemaps e i vari API sono molte vediamo cosa ci riserverà il futuro.


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